Orwell nel 1949 pubblica uno dei suoi più grandi capolavori, “1984” romanzo in cui il lettore può leggere il passato, il presente e il futuro. Oggetto del racconto è la società, un popolo che fin dalla nascita dell’uomo in modalità e in situazioni differenti ha vissuto e vive la manipolazione. Winston Smith protagonista della vicenda, lavora al Ministero della Verità, dove è incaricato di «riscrivere», secondo le esigenze del momento, le notizie che riguardano il passato, bruciare i documenti originari e sostituirli con quelli che il “Partito” gli impone. Smith era l’unico uomo che riusciva a non farsi ipnotizzare dai messaggi televisivi, dai discorsi e dagli slogan che il “Partito” di massa passava alla società. L'unico uomo che ricordava il passato e le promesse mancate e poi modificate nel tempo dal “Partito”, insomma aveva capito che non c’era nulla di reale in tutto ciò che lo circondava, che ogni singolo mattone si reggeva sulla menzogna dei potenti e che la libertà di pensiero fosse pura utopia. “Libertà è la libertà di dire che due più due fa quattro”, continuava a ripetersi Smith rendendosi conto che era l’unico sopravvissuto tra i prolet (nome della società di massa del romanzo) a conservare la memoria storica e il desiderio di mostrare dissenso verso ciò che gli veniva raccontato. Sapeva di commettere un reato, lo «psicoreato», che provoca una scomunica sociale con conseguenze tremende, definitive. «Lo psicoreato non comporta la morte, esso è la morte». Ma ciò che temeva Winston maggiormente era la realizzazione di un nuovo dizionario costituito da poche parole che in breve tempo sarebbe diventato il nuovo linguaggio della società. L’obbiettivo? Far diventare ogni singolo uomo una macchina incapace di esprimersi, di pensare e di opporsi. Per questo Winston contro ogni legge scrive un diario nel quale ricorda il suo passato e il presente con la speranza che nel futuro qualcuno lo legga e riesca a modificare le condizioni sociali. Controllo della realtà, pensiero unico, neolingua, menzogna storica quanto diverso è il ventunesimo secolo dal 1984 raccontato da Orwell? Non c’è nulla di diverso, è differente il nome del tiranno ma l’obiettivo è il medesimo, i media dettano le leggi e tutti devono sottomettersi e chi prova a discostarsi dal pensiero unico diventa un emarginato, un razzista, un bigotto che della vita e del progresso non ha capito proprio nulla. Sulla storia ogni giorno viene posto uno strato di menzogna, la lingua è contaminata da termini stranieri, anglofoni e francofoni che tendono sempre più a cancellare l’origine della nostra lingua. Il buonismo è diventato il nuovo partito di massa, dominatore dei sentimenti umani. “Egli era un fantasma isolato, che proclamava una verità che nessuno avrebbe mai udito, ma finché avesse continuato a proclamarla, in un qualche misterioso modo l'umana catena non si sarebbe spezzata”. - liliana russo - |
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Maggio 2020
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